Repubblica - Platone

Repubblica

Por Platone

  • Fecha de lanzamiento: 2012-07-30
  • Género: Filosofía

Descripción

EASY READING 
I grandi classici della filosofia, rivisitati, per una più semplice interpretazione.
Nel libro V della Repubblica, di Platone, è Socrate, il sommo filosofo, l’interprete di un dialogo serrato su una Repubblica che ancora non esiste e che è soltanto auspicata.
Lui e i suoi compagni, sono impegnati in un’analisi di quello che è più o meno positivo, per il buon funzionamento dello di uno Stato Ideale.
La donna e il suo ruolo, la parità di diritti e doveri con l’uomo, la condivisone dei figli, la legislazione e i legislatori ideali, sono solo alcuni dei temi toccati in questo sorprendente dialogo, estremo, rivoluzionario, anticipatore.
In questo ebook in versione integrale reinterpretata, pensata per una lettura  ottimale, il dialogo tra Socrate e il compagno Glaucone, sviscera e illustra il modello per eccellenza delle utopie politiche, ripreso, rimaneggiato, e messo veramente in pratica nel corso dei secoli a venire, da diversi regimi, alcuni, tutt’ora esistenti. 
E’ un’opera importante e fondamentale della letteratura classica antica. Assolutamente da non perdere. L'AUTORE. Nacque ad Atene nel maggio del 428 a.C, da genitori di stirpe nobile. Ebbe due fratelli, Adimanto e Glaucone, famosi, perché citati nella sua “Repubblica”, una delle sue opere più rappresentative, e una sorella, Potone, il cui figlio, divenne suo discepolo e testimone. Si formò con Socrate, che considerò il suo maestro, e venne a contatto con eminenti matematici, anche in Italia, precisamente con i seguaci di Pitagora. Scrisse numerosi dialoghi e opere, tra i quali “Apologia di Socrate” e “Repubblica”. Fondò ad Atene, nel 387 un’Accademia, allo scopo di insegnare la retorica, e la dialettica. Oltre a lui, vi insegnarono tutti i più illustri maestri del tempo, tra i quali Aristotele. Morì nel 347 a.C. e la guida dell'Accademia, fu assunta da suo nipote. La sua famosa scuola, sopravvisse alla sua morte per diverse centinaia di anni, fino a quando l’imperatore Giustiniano, non ne sancì la chiusura, nel 529 d.C.